PAOLO CARNEVALI

Sono nato a Cantù nel 1984. La passione per la musica l’ho avuta fin da piccolo. Mi piaceva molto ascoltarla e ancora di più cercare di replicarla, sempre e solo con la pianola.


Avrò avuto più o meno 13 anni quando una sera mio padre mi mise in braccio la sua chitarra, cercando di insegnarmi i primi rudimenti. Io, abituato all’immediatezza dei tasti bianchi e neri della mia fedele Bontempi, mi ritrovai perso in un groviglio di corde, tasti, posizioni innaturali delle mani.

Troppo complicata quella roba, troppo poco paziente io. Risultato: la mia prima (e finora ultima) lezione di chitarra durò 5 minuti, conclusa con una delle mie frasi storiche, che ancora risuona nella memoria, chiara, decisiva, definitiva: “Io non suonerò mai questo strumento di m…!”.

Mio padre non disse nulla, non si arrabbiò, probabilmente rimase deluso ma non me lo fece pesare. Si limitò a smorzare la tensione del momento con un sorriso dei suoi.


L’amore per la chitarra scoppiò solo qualche anno più tardi, non saprei dire bene come, quando e soprattutto perché. Nacque in maniera clandestina, “una cosa solo mia”, avrei suonato solo per me stesso.


A questo punto della storia è lampante come io non avessi capito un cazzo (qualcuno dirà: “nemmeno ora”. Avete ragione). Infatti, poco dopo aver reso partecipi gli amici più stretti (Cece e Claudio) di questa mia nuova passione nacque la prima band, Gli Omini del Cervello, con Turi al basso e Luana alla voce. Primo concerto sabato 18 luglio 2003 ore 17, Musica in Campo Festival a Loggio – Valsolda: palco vero, impianto vero. La sera, tra gli altri, avrebbero suonato Davide Van De Sfroos e i Tirlindana…


Da quel momento, parte tutta un’altra storia. Accantonate per sempre pianole e tastiere, nel 2005, in un gelido garage di Porlezza nascono i The Wall, subito ribattezzati Lavori in Corso. Poche prove, tanti concerti e una sfrontatezza che non mi apparteneva, ma che grazie a Max, Teo, Geo e Mel ho imparato – a fatica – a praticare. Tra un “patato” e un “just-in-time” (due delle nostre tecniche supersegrete per riprendere il controllo dell’esecuzione) ne abbiamo fatte di tutti i colori. Livigno, Amsterdam e Milano le serate più incredibili, i 4 concerti in un solo giorno per beneficenza l’esperienza più clamorosa, faticosa e gratificante.


Durante il capodanno del 2010 Gli Omini del Cervello in qualche modo risorgono e diventano Salvo & Gli Imprevisti: rispetto alla prima formazione c’è Marzio (grande musicista) alla chitarra elettrica, non c’è più Luana alla voce, ma Sandro. Si fanno cover italiane, si ripescano vecchie canzoni e le si mixano con brani super famosi. Io suono l’acustica che è la mia comfort zone, canto qualche pezzo e per il resto mi godo le reazioni del pubblico come quando dopo l’intro di Long Train Runnin’ si parte a cantare Se bruciasse la città... Suoniamo anche ai matrimoni degli amici.


In una di queste occasioni, un tale che risponde al nome di Marco Olivieri, che all’epoca è poco più di un bambino, ci chiede se può suonare una canzone. Da solo. Col basso. Davanti a 150 invitati. Hai capito che carattere quel ragazzino?!


Nel 2011 è l’ora delle Grandi Labbra di Elvis, con Cece, Andrea e Sancho. Da fan dei Tirlindana, per me che sono il guru del “sognare sì, ma non troppo in grande”, sarebbe potuto bastare così. E invece no. Nemmeno il tempo di abituarsi a fare la “cover” di Ostinato Singolare con 2/4 dei Tirlindana originali che (è il gennaio 2012) Sancho mi telefona e mi dice: “vuoi diventare il chitarrista dei Tirlindana?”. Gliel’ho fatto ripetere tre volte per essere sicuro di aver capito bene, prima di accettare.

È il 2017 e mi trovo a far parte di quattro band. Si era infatti aggiunta anche la Curtbandìda: l’amico Diego mi aveva chiamato nel suo tributo alle canzoni di Davide Van De Sfroos. Non abbiamo fatto molti concerti, Diego ci ha lasciati nel 2018. La musica di “Una luce nuova (l’invincibile)” è nata pensando a lui, pochi giorni dopo il suo ultimo saluto.


Fare musica è ancora oggi una benedizione, una terapia più economica (e più divertente) dello psicologo: ogni volta sperimento qualcosa di nuovo su di me, ogni volta capisco qualcosa in più sugli altri. Da ogni esperienza – bella o brutta – ho imparato a ricavarne l’insegnamento. Come sempre accade nella mia vita arrivo tardi, ma ci arrivo.

Mio padre, 25 anni fa, probabilmente aveva già capito tutto.

Per questo credo che sia giunta l’ora di prendere la mia seconda lezione di chitarra.