ANDREA SOLINAS

Sono nato a Milano, qualche giorno prima di Natale.

Mio padre era li perché amava quella città che gli stava dando la possibilità di costruirsi un futuro, mia madre era li perché amava mio padre.
Un anno e 15 giorni dopo la mia nascita è arrivata mia sorella e dopo qualche tempo mia madre ha spostato il baricentro del suo amore su noi 2 e quello della sua vita lo ha riportato nel suo paese di origine, Menaggio sul lago di Como.

In quinta elementare la maestra divise noi scolari in 5 gruppi. Se il tuo rendimento era buono, il gruppo riceveva punti premio, viceversa se andavi male, il gruppo perdeva punti. A fine mese si facevano “i conti” e il gruppo vincente veniva premiato dalla maestra con gomme, matite e pennarelli. Gli altri bambini odiavano il gruppo vincente. Il tuo gruppo ti odiava se diventavi la causa di una punizione. Il mio gruppo vinse una sola volta, compiendo un’operazione di “conteggio creativo” dei più e dei meno (*)-

A Natale la maestra fece una specie di audizione X Factor e con mia grande sorpresa fui scelto per cantare la canzone della festa. Mi sono sempre chiesto se in mezzo a tante cazzate fatte, quella maestra avesse però avuto la sensibilità di vedere in me il germe di una passione che sarebbe esplosa solo qualche anno più tardi.

A 15 anni, una sera in spiaggia ad Alghero, dalla radio di un “banda di selvaggi” sentii provenire musica diversa da quella dei cantautori che piacevano a mia madre e alle sue amiche.

Era il ROCK e ne restai folgorato. Un pianeta sconosciuto ed immenso si apriva ai miei occhi e alle mie orecchie. Nulla sarebbe stato più come prima. Comprai un walkman e divenni totalmente dipendente da lui. Non c’era momento del giorno e della notte in cui non stessi ascoltando musica.

Passai l’estate in spiaggia, nascosto sotto una barca rovesciata ad osservare la vita fuori, come in un film del quale io gestivo la colonna sonora. A settembre tornato a scuola, decisi che sarei diventato il cantante di una rock band. La gioia dei miei genitori per la notizia fu direttamente proporzionale al mio rendimento scolastico che ebbe una decisa inversione di tendenza, ma ormai non c’era più niente da fare. Non pensavo ad altro.

Formai i Tirlindana che era il 1990, convincendo Bruno Tettamanti e Luca Prina, che già sapevano suonare. Paolo Cairoli fece al basso i nostri primi concerti e il primo disco in cassetta, poi venne poi sostituito da Simone Prina. Si provava tutte le settimane, anche più volte a settimana e sempre il giorno di Natale. Il primo concerto si fece il 03 Luglio del 1992 dopo che Luca tornò dall’anno di naja.

Suonammo da subito i nostri primi brani originali, anche perché spesso non eravamo in grado di suonare i brani dei nostri gruppi preferiti.

Negli anni la formazione ha subito molti cambi di organico. So di essere stato fortunato ad avere avuto intorno persone generose e belle con le quali ho fatto un pezzo di strada. Li penso spesso e qui li ringrazio con infinita gratitudine (**).

A distanza di 30 anni sono l’unico che è rimasto a suonare nei Tirlindana. Tutti gli altri continuano a suonare, chi in gruppo e chi da solista e qualcuno addirittura è diventato anche insegnante del proprio strumento. Tra di loro qualcuno compone canzoni originali.
Dal 2012 sono nei Tirlindana con Paolo Carnevali e Francesco Farsoni. Con loro ho scritto 2 dischi che amo moltissimo: “Che cosa vuoi da te?” e “Foreste Invisibili” che è uscito il 15 Aprile del 2022.

Lo stiamo promuovendo dovunque ci venga data la possibilità.

Sto bene con loro e con Marco Olivieri che ora è al basso al posto di Simone.

La gente ci vuole bene e sta dalla nostra parte. Il gruppo “vince” anche senza bisogno di fare il “conteggio creativo” dei più e dei meno a fine mese (*).

Qualche giorno prima di Natale, quest’anno compirò 50 anni.
Mia sorella continua ad avere 1 anno e 15 giorni meno di me.

Il baricentro dell’amore di mia madre siamo ancora io e mia sorella.
Il baricentro della vita di mio padre si è spostato a Menaggio, un paese sul lago di Como.

Mio padre continua ad amare Milano più di qualsiasi altra città dove abbia vissuto.
Io amo Milano e più ancora la gente che ho incontrato vivendoci e lavorandoci.

Più di tutto amo una parte di me che non è mai uscita da sotto quella barca rovesciata nella spiaggia ad Alghero.
E’ una parte viva e potentissima, che non ne vuol saperne di arrendersi.

E’ il ROCK.


(**) Passati nei Tirlindana in ordine sparso, sperando di non dimenticare nessuno:

- Gabriele “Gisto” Rasella: Sax

- Federico Pintus: Pianoforte

- Andrea Frangi: Chitarra solista

- Roberto Lisignoli: Batteria

- Marco Pollini: Sax, Flauto, Digeridoo

- Danièl Palano: Batteria

- Giulia Martini: Violino